opera
luglio/agosto 2000

Dresda: il tema del Festival 2000 era "Barocco e Jazz"; tra gli appuntamenti lirici, trionfo del belcanto händeliano con Serse
La Persia reinventata

[...] Triondo del puro Belcanto, proprio nella sua espressione strettamente vocale, l'opera trova nell'articolatissimo libretto di Silvio Stampiglia, risaputamente tratto dal dramma per musica di Giovanni Bonocini e Francesco Cavalli, un esempio a tratti esilarante di riuscitissimo "non sense" melodrammatico - e quindi, come tale, assolutamente perfetto - e anche il grave inconveniente, in termini di sola economia teatrale, di presentare in apertura il brano più famoso - il celeberrimo Largo "Ombra mai fu" - che oltretutto è il più breve (la brevità gran pregio, ecco spiegato forse il motivo della sua sopravvivenza all'intera opera!) e che invano spereremmo di sentir ripetere.

Ciò nonostante, l'elegante e raffinatissima messa in scena - una Persia reinventata in chiave post moderna con costumi belle epoque, in cui dominano i colori nero, bianco e argento: scene e costumi di Carlo Tommasi, illuminazione di Mario Thomann - di Michael Hampe, anche direttore artistico del Festival e giunto quest'anno all'ultimo suo mandato, si è rivelata opportuna per tensione drammatica e ritmo, con alcuni gustosi ed apprezzatissimi tocchi autoironici che hanno destato l'interesse del numeroso pubblico. Un altro ostaclo - inevitabile in ogni opera barocca - è costituito dalla pressoché totale omogeneità timbrica delle voci. In Serse le donne sono ben cinqu, delle quali tre mezzosoprani in ruolo "en travesti" anche se una di loro, per complicarci la vita e le idee, nella finzione teatrale nasconde una donna vera. I due unici maschietti sono bassi: uno canta poco, l’altro canta ... buffo!

Il cast poteva contare su elementi di ottimo livello, cominciando dalla protagonista, Paula Rasmussen - elemento emergente tra i giovani mezzosoprano - che si è rivelata un'interprete ideale per pertinenza stilistica ed aderenza scenica al personaggio del bizzarro dittatore.

Al suo fianco si sono fatte apprezzare Ann Hellemberg (Arsamene) e, soprattutto, Patrica Bardon, brillante Amastris. Molto bravi anche i soprano Isabel Bayrakdarian, lirica e passionale Romilda, e Sandrine Piau, indiavolata soubrette nel ruolo dell'intrigante Atalanta. Italiani gli uomini: Marcello Lippi, valente Ariodate e Matteo Peirone, lodevole discepolo dell'indimenticabile Paolo Montarsolo, esilarante nel ruolo comico di Elviro. [...]

Andrea Merli