Herbert Wernicke (1995)

Un dramma satiresco moderno
di Herbert Wernicke e Xavier Zuber

L'opera Satyricon ha inizio al termine di una cena. Dando libero sfogo ai propri umori e istinti, due coppie, dopo aver mangiato a sazietà, sono seduti davanti a un ultimo sorso di spumante raccontandosi la storia d'amore della virtuosa vedova di Efeso. Dopo aver seguito divertiti il racconto, a poco a poco incominciano a commentare le dissolutezze del vanitoso padrone di casa Trimalcione, che però, grazie ai suoi soldi, sa subito come far tacere le invidiose malelingue. La brama di potere e di ricchezza domina i rapporti tra le coppie. Ognuno pensa solamente a se stesso, ma è anche prigioniero di se stesso. I bisogni e le inquietudini delle figure vengono manifestati solo attraverso il loro odio e la loro brama. Dietro le loro faccie però si nascondono paura e diffidenza.

Tutti partecipano al gioco e fanno buon viso a cattiva sorte. Tutto diventa un gioco cinico durante il quale l'allegro quartetto si manda lentamente in rovina tra isterismi e interminabili autopresentazioni. Alla fine, mentre Trimalcione presenta la visione della sua tomba e del suo funerale, appare in scena la morte. Il pensiero della morte, nato all'inizio semplicemente da un capriccio, diventa per tutti un rituale della propria fine.

Dato che non intendono dare un preciso decorso temporale né un rigoroso sviluppo dell'azione, le 19 scene del Satyricon di Maderna fungono da piccolo teatro del mondo. Sullo sfondo del romanzo storico di Petronio, che rivela la decadenza della grande Roma e nella figura di Trimalcione il declino della cultura romana, Maderna evidenzia un capovolgimento sociale. Ed è proprio questo che oggi ci interessa più da vicino. Il desiderio di giocare con lo sfacelo del mondo, alla fine del nostro millennio, ci tocca giornalmente proprio nei modi più differenti. L'addio necrofilo di Trimalcione dai suoi ospiti è nello stesso tempo espressione di una sua ideologia egoistica, entro la quale intende trascinare tutti gli altri.

Però Maderna non mette in scena la pura distruzione, ma la vita stessa. La fine del mondo è per lui un eccitante ballo verso l'Ade, durante il quale davanti allo specchio della morte la gioia di vivere mette in atto la sua ultima burla.

Le varie citazioni musicali dalla storia dell'opera sono come fuscelli di paglia, che al Maderna compositore di musica moderna (Neutöner) ricordano sempre di nuovo la forza vitale della musica. Nello stesso tempo mettono in rilievo la difficile situazione di un compositore di musica moderna che, con l'incarico di creare in modo moderno, muovendosi tra l'avanguardia artistica e l'incarico politico, si pone sempre la domanda di una forma musicale adeguata e che contemporaneamente mira a non dimenticare il suo pubblico.