"Der Sonne entgegen" //___Transport, Transparent, Transit, Transistor, ![]() Mit diesen Worten, die, geflüstert und mit halber Stimme kaum gesungen, in eine alptraumartige Klanglandschaft eingebettet werden, beginnt eine moderne Odyssee. Menschen an Orten, wo sie nur vorübergehend bleiben wollen oder sollen, verwandeln sich en passant in unterschiedlichste Charaktere. Eines haben sie gemeinsam: Sie befinden sich im Übergang – fern ihrer freundlich oder feindselig gestimmten Heimat: vom Urlauber zum Flüchtling zum Astronauten zum Antarktis-Korrespondenten, und ähneln sich doch den Zombies der Weltgeschichte. Haben sie ein Ziel? Oder drehen sie sich im Kreis wie eine Eiskunstläuferin, deren Spuren sich im dünnen Kunsteis schon bald verflüchtigen? "Der Sonne entgegen" ist eine dramatische Reflexion für 15 Gesangssolisten, fünfköpfiges Blechblasensemble und Live Elektronik. Thematisiert wird das Phänomen der Entortung von Lebensräumen und Entwurzelung von Menschen in einer globalisierten, hyperkommunikativen Welt. In enger Zusammenarbeit haben die Komponistin Lucia Ronchetti, die Autorin Steffi Hensel und der Regisseur Michael v. zur Mühlen ein Musiktheater entwickelt, das den traditionellen Gedanken von Solisten oder durchgängigen Hauptcharakteren aufgibt zu Gunsten einer sich verwandelnden und fluktuierenden Gesellschaft, aus der einzelne Personen scharf hervortreten und sich wieder verflüchtigen. Mit diesem Projekt setzen Ronchetti und v. zur Mühlen einen schon länger andauernden Arbeitsprozess fort. Bereits 2004 haben sie für das Forum Neues Musiktheater der Staatsoper Stuttgart das Stück "Last Desire" gemeinsam entwickelt. Ausgewählt wurde "Der Sonne entgegen" schon im Februar 2006, nachdem sich mehr als 40 internationale Teams bei den Jury-Mitgliedern Laura Berman, Amelie Deuflhard, Paul Esterhazy, Heiner Goebbels und Amélie Niermeyer beworben hatten. Sie sichern die künstlerische Qualität der zu realisierenden Produktionen für den "Fonds Experimentelles Musiktheater", der im Sommer 2005 als gemeinsame Initiative von NRW KULTURsekretariat und Kunststiftung NRW ins Leben gerufen wurde. Mit dem Fonds sollen vor allem zeitgenössische Musiktheater-Produktionen initiiert und gefördert werden, die das Wechselverhältnis von Musik, Sprache, Theater und Raum neu befragen und experimentell erkunden. Komposition, Text und Regie sollen von Anbeginn miteinander verbunden werden. Von besonderer Bedeutung ist also der Entwicklungsprozess, der sich frühzeitig auf den spezifischen Aufführungsraum der Uraufführung beziehen soll. Damit unterstützt der Fonds nicht nur finanziell, vielmehr sorgt er durch Einbeziehung der Theater und Opernhäuser Nordrhein-Westfalens auch für eine stärkere öffentliche Verankerung des Experimentellen Musiktheaters. Und das auch über NRW hinaus: So wird "Der Sonne entgegen" – mit Unterstützung u.a. durch den Hauptstadtkulturfonds – im Dezember auch in vier Aufführungen im Radialsystem V in Berlin zu sehen sein. Auch für die nächsten Produktionen sind schon renommierte Partnerinstitutionen außerhalb NRWs gefunden: Unter dem Arbeitstitel "Von Mücken, Elefanten und der Macht in den Händen" werden Bernhard Herbordt und Melanie Mohren (Text und Regie), Hannes Galette Seidl (Komposition) und Anike Sedello (Ausstattung) eine experimentelle Musiktheaterproduktion entwickeln, die am 23. Januar 2008 am Theater Bonn uraufgeführt und dann auf Kampnagel in Hamburg gezeigt wird. Die Auswahl der darauf folgenden Produktion, die in Kooperation mit dem Theater Bielefeld realisiert wird, steht unmittelbar bevor. Weitere bundesweite Kooperationspartner sind im Gespräch. Doch zunächst darf man nun gespannt sein auf die szenische Realisierung einer hoch verdichteten, sensiblen Klangsprache, die sich einem Text widmet, der seine politische Brisanz poetisch überhöht. Damit lädt der „Fonds Experimentelles Musiktheater" zu seiner ersten Uraufführung ins Gelsenkirchener Musiktheater im Revier, das mit seinem Engagement insgesamt drei Aufführungen am 12., 19. und 20. Mai ermöglicht, lädt zu künstlerischer Auseinandersetzung mit gesellschaftspolitischer thematik, zu einer Wanderschaft zur Sonnen- und zur Schattenseite unserer aufgeklärten Welt, zur ersten Szene des Stücks: Am Strand einer weit entfernten Insel lassen |
giornale della musica 04/07 L’opera di Lucia Ronchetti debutta il 12 maggio a Gelsenkirchen Un gruppo di 14 europei trascorrono una vacanza sulla spiaggia di un’isola sperduta prima di subire la metamorfosi prima in naufraghi apolidi e poi in intellettuali che un impossibile dibattito sulla migrazione porterà alla catastrofe. È lo spunto di Der Sonne entgegen (Verso il sole), la nuova opera da camera scritta della compositrice Lucia Ronchetti su un testo della giovane drammaturga Steffi Hensel. Michael von zur Mühlen curerà la regia, mentre la direzione delle voci è di Daniel Gloger, controtenore dei Neue Vocalsolisten Stuttgart, un ensemble che vanta una relativamente lunga con collaborazione con Ronchetti ("In cinque anni ho realizzato cinque progetti con loro, e ho in programma due nuovi progetti quest’anno, fra cui Le voyage d’Urien e Hamlet’s Mill. Daniel Gloger è uno straordinario concertatore, oltre che raffinato e virtuoso interprete: è impressionante la sua abilità nell’istruire e dirigere i 14 performers"). L’opera affronta il tema della globalizzazione e si propone come una riflessione su migrazione e identità dal punto di vista di un gruppo di cittadini del "primo" mondo. Una riflessione in qualche modo politica sul senso della frontiera, simbolo di ingiustizia e disuguaglianza in una civiltà solo in apparenza illuminata. "Quest’opera è sicuramente in continuità con il mio discorso musicale ma contiene un elemento di novità nel suo messaggio politico. Se dovessi citare un riferimento ideale potrebbe essere il Nono di Intolleranza 1960, rispetto alla capacità di parlare nella dimensione teatrale. Formalmente, però, il mio linguaggio musicale è profondamente diverso." A proposito del trattamento delle voci, Ronchetti parla di "partiturizzazione del parlato" e chiarisce che "nella mia partitura si ritrovano tutte le possibili sfumature del parlato. Il mio sforzo è stato cercare nel canto modi espressivi che lo rendano più vicino al testo parlato. Data la natura politica del soggetto, ci servivano voci naturali, concrete, realistiche, che potessero passare dal parlato al cantato in maniera impercettibile e graduale, per rendere il testo comprensibile per il pubblico ma anche permettere che l’ordito vocale di 14 voci fosse sempre differenziato e quindi "decodificabile"". Una scelta questa che ha portato a selezionare i 14 interpreti vocali, non soltanto per la tecnica vocale, ma soprattutto per le doti interpretative. Saranno parte attiva dello spettacolo anche gli strumentisti del gruppo musikFabrik. "Melvyn Poore, il bassotubista di musikFabrik sarà la voce dell’Iceberg e la voce metamorfica ed onomatopeica della Pattinatrice sul ghiaccio. In generale, tutti gli strumentisti partecipano all’azione producendo non solo il suono dei loro strumenti ma anche suoni concreti. Tutti i performers avranno diversi microfoni per amplificare e trattare elettronicamente le loro voci, ma anche per cogliere i suoni concreti che generano con i diversi oggetti scenici. I cantanti oltre che attori, sono chiamati ad essere giocolieri, quasi acrobati". Una partitura concretamente teatrale, quindi, con una visione drammaturgica definita, come conferma il regista von zur Mühlen: "Lucia dà molte indicazioni sulla messa in scena in partitura, come è giusto che sia per un compositore. Nelle discussioni che abbiamo avuto, comunque, molte delle mie idee sono state accettate. Molte parti del lavoro sono definite in dettaglio già nella partitura, come singoli pezzi di un puzzle. Il mio lavoro di regista è mettere insieme i pezzi di questo puzzle. Lo spettacolo sarà comunque il risultato di uno sforzo collettivo". Per quanto riguarda la sua concezione registica, von zur Mühlen spiega: "quello che mi interessa è come gli europei parlano dei migranti che non hanno voce. Non sono interessato ad una messa in scena naïve o a un teatro illusionistico. Il pubblico deve vedere in ogni momento che si tratta di teatro. Come nella partitura di Lucia, gli interpreti muovono sabbia, pietre, costruiscono lo spazio. Cerco non tanto di avere stage workers, ma musicisti che creano lo spazio". Dopo Last Desire creato a Stoccarda nel 2004, questa è la seconda collaborazione fra Michael von zur Mühlen e Lucia Ronchetti, la cui produzione per il teatro non appare ricchissima. Ronchetti tuttavia obietta: "Solo apparentemente nella mia produzione c’è una scarsa presenza del teatro. Si può dire che tutto il mio lavoro compositivo sia rivolto al genere teatrale. La maggior parte dei pezzi vocali che ho scritto sono lavori di teatro musicale da eseguirsi in concerto. Una drammaturgia che non preveda scene, costumi, luci, impone al compositore un lavoro molto più sottile per creare l’evento teatrale. La grande macchina del teatro apre nuovi orizzonti visivi ma la teatralità della musica deve essere già insita nel linguaggio che il compositore crea per ogni specifico progetto". Selezionato nel febbraio 2006 fra 40 altri progetti internazionali dalla giuria formata da Heiner Goebbels, Paul Esterhazy e Amélie Niermeyer per il Fonds Experimentelles Musiktheater del Segretariato Culturale dello stato federale del Nord Reno-Westfalia (Nord Rhein-Westphalia Kultursekretariat), Der Sonne entgegen debutterà al Musiktheater im Revier di Gelsenkirchen, che coproduce lo spettacolo, il prossimo 12 maggio (con repliche il 19 e 20 maggio). Grazie ad un premio dell’Hauptstadtkulturfonds della capitale tedesca, lo spettacolo sarà ripreso in ottobre al Radialsystem di Berlino. Stefano Nardelli |
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