Lirica. Regia di Carsen, quattro repliche Venezia. La Stagione lirica della Fondazione La Fenice giunge al suo quinto appuntamento quest’oggi alle 18 con Siegfried, seconda giornata della sagra scenica Der Ring des Nibelungen di Richard Wagner. Dopo Die Walküre, presentata nel gennaio 2006, prosegue così il ciclo completo della tetralogia wagneriana che la Fenice propone al pubblico veneziano nell’allestimento ideato dal regista Robert Carsen e dallo scenografo e costumista Patrick Kinmonth per l’Opera di Colonia. Sul podio dell’Orchestra della Fenice il direttore inglese Jeffrey Tate; interpreti Stefan Vinke (Siegfried), Wolfgang Ablinger-Sperrhacke (Mime), Greer Grimsley (il Viandante), Werner Van Mechelen (Alberich), Bjarni Thor Kristinsson (Fafner), Ane Pellekoorne (Erda), Susan Bullock (Brünnhilde) e Inka Rinn (l’Uccello della foresta). L’opera, presentata in tedesco con sopratitoli in italiano, sarà replicata domenica 17 alle 15.30, mercoledì 20 alle 18, sabato 23 alle 15.30 e martedì 26 alle 18. La rappresentazione di mercoledì 20 sarà trasmessa in diretta da Rai Radio3.Richard Wagner desunse l’argomento della tetralogia dai poemi dell'Edda (XIII secolo) e dal componimento medievale Nibelungenlied. I primi appunti e la versificazione di Siegfried risalgono al 1851-52. Vi si narrano le vicende del giovane eroe figlio di Siegmund e Sieglinde che nella fucina di Mime, nano che si finge suo genitore, salda la spada Notung e dopo aver ucciso il drago Fafner giunge infine alla roccia fiammeggiante di Brünnhilde, addormentata dal padre alla fine della giornata precedente. Wagner organizzò in modo fortemente simmetrico il libretto (tre scene con due personaggi ciascuna il primo atto, tre scene con tre personaggi il secondo, tre scene con due personaggi il terzo). L’elemento fiabesco è particolarmente insistito: il fanciullo che non conosce la paura sfida il mondo che lo circonda quasi per gioco e apprenderà la vertiginosa sensazione solo attraverso la conoscenza di ciò che è "altro", il principio femminile. Il risveglio di Brünnhilde rappresenta una conclusione netta, conchiusa, che segna il raggiungimento della perfetta felicità, destinata a corrompersi solo nel corso della giornata seguente. La composizione musicale ebbe inizio nel settembre 1856, ma nel giugno 1857 Wagner interruppe il lavoro al secondo atto, nel punto in cui Siegfried si riposa sotto un tiglio: per dodici anni l'opera restò incompiuta e fu ultimata solo nel febbraio 1871, dopo Tristano e Isotta (1865) e I maestri cantori (1868). |